QUALE ROUTINE ?
ABITUDINI e ROUTINE, QUALI SONO LE DIFFERENZE?
Spesso si sente dire che la routine è fondamentale per “insegnare” il sonno al piccolo, che non bisogna dargli “cattive abitudini” come tenerlo in braccio o addormentarlo al seno perché altrimenti non si vive più.
Soprattutto in occidente ci viene proposta questa visione di un bimbo da dover correggere, addestrare, plasmare, perché ciò che fa non va bene.
Riflettiamoci un attimo.
La routine che ci viene proposta prevede una serie di rigidi step che possono essere cena, camomilla, bagnetto, libro (sempre lo stesso), peluche, canzoncina del carillon e speriamo che il piccolo voglia dormire – sottinteso “perché io ho altro da fare”.
Sembra uno schema perfetto, ma un susseguirsi così impostato di eventi potrebbe risultare poco rilassante per il bimbo e la dipendenza da oggetti esterni potrebbe risultare limitante per molte famiglie e poi, se si rompe il carillon? Se siamo a casa della nonna e abbiamo dimenticato il libro? Che si fa?
Alcuni bambini sembrano più a proprio agio con una routine impostata, perché dà sicurezza. Una buona base di punti fermi aiutano ad affrontare le variabili e dato che la loro vita è un continuo cambiamento, la routine può aiutare, ma il vero punto di riferimento di un bimbo, la sua base sicura sono i genitori, l’amore, le coccole. Sono le persone, non gli oggetti a dare sicurezza, affidare questa funzione a degli oggetti è alienante e innaturale oltre che potenzialmente rischioso.
La buona abitudine è quella degli affetti: le braccia della mamma, il calore del papà, gesti ripetitivi da fare insieme, parole empatiche da condividere e mantenere gli stessi orari per la nanna ogni giorno.
Dai 6 mesi in poi, trovo che sia anche decisamente più vantaggioso ragionare in termini di “finestre di sonno” più che di “finestre di veglia”. Quando i bambini sono più piccoli, ha senso assecondare i loro segnali, ma quando diventano un pochino più grandi, ha senso, gradualmente, legare quei segnali a un orario fisso in cui più probabilmente il bambino dormirà.
I nostri bimbi sono competenti, nascono “programmati” per la sopravvivenza e per l’evoluzione. Il miglior consiglio che si può dare a una neo-mamma è quello di ascoltare e assecondare le richieste del suo piccolo e diventare sorda ai consigli non richiesti che per quanto detti con i migliori intenti, spesso non fanno altro che renderla ansiosa e insicura.
Forzare le tappe di crescita per avere bimbi autonomi e indipendenti prima del tempo non si dimostra una grande idea, perché è proprio la dipendenza totale dalla madre nei primi anni di vita che getta le basi per autonomia, indipendenza e autostima quando è il momento giusto.
Lasciare tempo ai bimbi per essere tali, accogliere i loro bisogni senza etichettare e senza giudicare è l’esperienza migliore che possiamo regalare a loro e a noi stessi.
PS: Se vi dicono che la routine è fondamentale, molto molto probabilmente vi stanno proponendo un metodo.
Dott.ssa Barbara Bove Angeretti
Consulente per il sonno e l’educazione empatica
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