TERRIBLE O WONDERFUL 2
TERRIBLE OR WONDERFUL 2?
Verso i 18/24 mesi i piccoli cominciano ad avere reazioni emotive inaspettate: urla, pianti inconsolabili, scatti di ira, lancio di oggetti ed altre reazioni rabbiose. Comincia l’età del -no- e dell’opposizione e della collera sono i cosiddetti “terrible two”, ma sono davvero così terribili? Oppure come spesso accade, questa è una definizione data frettolosamente da chi non comprende questo momento di crescita fondamentale? Io credo che sia così, per cui vi presento:
I WONDERFUL 2 !! Ovvero i meravigliosi due anni, si proprio meravigliosi!
Pensavamo di aver superato indenni il periodo dello svezzamento (nonostante le 15.000 volte che abbiamo dovuto pulire la cucina onde evitare l’invasione delle formiche e dovuto pulire nostro figlio per lo stesso motivo), dei primi passi in cui tutto sembrava pericolosissimo e fosse per qualche tempo, tra un dentino e l’altro, abbiamo goduto di un po’ di tranquillità e coccole, un po’ di equilibrio che, forse non poteva durare…
Perché i piccoli sono pura evoluzione, inarrestabili in corsa verso nuove conquiste e nuove avventure. Porre limiti per la loro sicurezza è il nostro compito, il loro è di oltrepassarli per crescere.
L’interlocutore di riferimento in questa fase (e in effetti di tutte le altre fasi) è la mamma, ovvero il punto di riferimento, la sicurezza, la protezione, l’origine, la figura con cui il piccolo si mischia, si confonde e da cui ora deve porre le basi per distinguersi, per autodeterminare almeno in parte il suo percorso, per affermare la sua volontà e per essere se stesso: unicamente.
No – io – mio – da sola/o sono le parole con cui comincia la strada verso l’autonomia, che sarà ancora molto lunga e incontrerà tanti ostacoli e deviazioni, l’obiettivo dei genitori sarà anche quello di offrire strategie vincenti e soluzioni socialmente accettabili.
L’educazione empatica non è lassismo.
I -no- dei piccoli sono spesso imperativi, autarchici e prepotenti, temper tantrum. I -no- dei grandi dovrebbero invece essere morbidi, ma fermi, un limite e sa di abbraccio più che di un muro. Non trasformiamo un no in sì per stanchezza o esasperazione, rimaniamo gentili ma sicuri delle nostre posizioni quando le abbiamo ben ponderate, in caso contrario è assolutamente lecito cambiare idea, sempre spiegando il motivo del cambiamento.
Il -no- in sè è un’affermazione meravigliosa: indica unicità, distinzione, autonomia, difformità, dice “io non sono te” “io voglio le cose come piacciono a me”.
Cerchiamo di pensare a questo quando ci troviamo a gestire una situazione critica, infondo tutti cerchiamo di crescere i figli come liberi pensatori, salvo implorare ubbidienza quando il gioco si fa difficile. Sicuramente servono pazienza, autorevolezza, empatia, capacità critica e autocontrollo, tutte virtù grandiose e tutti insieme!
Certo, i nostri figli ci amano e ci spingono ad essere migliori!
“Non insegnamo ai bimbi ad abbassarsi al nostro livello, cerchiamo piuttosto di elevarci noi al loro” Maria Montessori
Le relazioni hanno bisogno di tempo, anche in grande quantità (non solo qualità). I bimbi hanno bisogno di tempo per sperimentare da soli, per capire come funzionano le cose, per interagire in modo costruttivo e consapevole.
Gli adulti hanno bisogno di tempo da regalare i figli per rispettare il loro tempo e ne hanno bisogno per sé quando la collera cresce e c’è il rischio di reagire in modo aggressivo, in questo caso è utile cambiare stanza o cantare, o tenersi occupati magari riordinando un cassetto.
Il tempo è fondamentale, perché poi passa… Il momento di soffiare sulla terza candelina arriverà in fretta e il piccolo “ribelle” sarà pronto per nuove avventure evolutive non meno… MERAVIGLIOSE!
Dott.ssa Barbara Bove Angeretti
Consulente per il sonno e l’educazione empatica
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